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Un bentornati a tutti, anche se forse le parole più giuste sarebbero O my Gooooood!!!! il pattume è tornato.
Ho da poco visto il nuovo capolavoro partorito dal genere horror, the chernobyl diaries, e nonostante possa sembrare strano, non è un prodotto della Asylum come i film che ho già recensito, ma prodotto dalla 20th Century Fox, e non bruscolette.
Il film utilizza l’ormai trito e stratrito metodo della ripresa in prima persona, o almeno dovrebbe,visto che ogni tanto non solo non si capisce chi sta riprendendo, ovvero non c’è un cameraman fisso, ma si girano la telecamera tra di loro in mainera completamente a caso.Ed è già confusione.
Come se non bastasse ogni tanto si passa al film classico, ovvero girato come un film qualunque in terza persona, e anche questo accade in maniera casuale.
Ma con una trama del genere ci si potrebbe aspettare qualche cosa di più?
Il film comincia con una coppia di fidanzati statunitensi,che accompagnati dalla migliore amica della ragazza vanno a fare un giro dell’europa per arrivare in Ucraina dove vive il fratello del protagonista da molti anni; dopo molti dialoghi inutili i nostri si fanno convincere da Paul, il maggiore dei fratelli, a fare una gita “estrema” in una cittadina vicino Černobyl, dove vivevano gli operai che lavoravano alla centrale.
Dopo qualche piccolo dubbio, il trio si decide e il giorno seguente si trovano in un improbabile ufficio con un exsoldato di nome Uri, un omone di due metri evidentemente sotto steroidi, visto che è talmente gonfio da non riuscire a tenere le braccia vicino al corpo,che sarà la guida dei ragazzi nella città.
Poco prima di partire, il gruppo si completa con una coppia di ragazzi che vuole effetuare lo stesso giro.
Arrivati hai cancelli della città, i nostri si trovano la strada sbarrata dall’esercito russo, che non permette al furgoncino di procedere, neanche dopo che Uri prova a convincerli.
L’ex soldato ha però un piano di riserva, e riesce a far arrivare i ragazzi nella cittadina.Da qui il delirio.
Dopo scene lunghissime di loro che girano per la città deserta, i nostri si trovano all’interno di una casa addirittura con un orso che,dal niente, ma proprio dal niente, sbuca in mezzo al corridoio di questo appartamento e scappa via.
I protagonisti provano quindi,finito il giro, a tornare a casa ma il furgoncino non parte causa il “rosicchiamento” dei cavi della trasmissione,non si sa da cosa ne perché, e quindi si trovano costretti a passare nel furgone la notte.
Durante la notte, strani suoni e cani mutanti affamati di carne,riecheggiano nel buio,e il nostro Uri che fa? Quello che farebbero tutti, uscire a vedere cosa succede con l’unica pistola del gruppo in una foresta buia e pericolosa con una lucina da torcia presa al Despar a 4.99.
Dietro a lui, l’altro furbacchione del gruppo, il fratello minore Chris, decide di seguire il soldato senza armi e che sarà l’unico dei due a tornare al furgone ferito.
I ragazzi cercano quindi il giorno dopo di trovare aiuto, imbattendosi in un parcheggio dove riescono a recuperare i cavi della trasmissione, e scappando dagli onnipresenti cani mutanti, tornano al furgone trovandolo ribaltato e senza i loro amici; i quattro rimasti cercheranno quindi i loro compagni, per poi scappare da quella cittadina.
In seguito si troveranno ad affrontare un orda di mutanti, che inseguirà i nostri affamati della loro carne.
Non vi dico neanche come finisce perchè tanto è il più scontato dei finali, ma vediamo i tre punti per cui Černobyl Diaries è l’inizio del declino di un genere iniziato con Blair Witch Projiect, esaltato con film come Rec, e abusato negli ultimi anni da tantissime pellicole:
-SCENE ASSURDE-
Parto direttamente da questo, poichè sono tante ed incredibili considerando che è un film prodotto da una casa importante come la Century.
Basta pensare a quando i ragazzi, che cercano i dispersi, trovano Uri morto e recuperando la sua pistola che non ha proiettili di scorta, la scaricano con una raffica di quattro colpi contro la porta che hanno sbarrato, dopo qualche minuto che hanno sentito dei rumori dall’altro lato.Ma che ti spari?
La porta è bloccata, sei inseguito da mutanti famelici, ma tieni i colpi che non sai cosa devi affrontare.No.
Sarebbe chiedere troppo ad una persona che ha due neuroni che funzionano.O come quando Chris torna ferito, avvisa gli amici che Uri è stato aggredito, ma non spiega niente, ne da chi ne come, nonostante sappia che sono tutti in pericolo.
-EFFETTI SPECIALI-
Fatti malissimo;i cani mutanti risultano addirittura peggiori di quelli del primo Resident Evil, sembrano semplici cani con parti di pelo rasate, e sinceramente neanche famelici.
Non parliamo dei mutanti, ho visto trucchi migliori su youtube, per fortuna le inquadrature sono schifose e quindi vengono quasi sempre coperti dal buio, e dico quasi perchè purtroppo ogni tanto li fanno vedere.
-MUTANTI INTELLIGENTI-
Ebbene sì, anche in questo putridume troviamo esseri ridotti a bestie che si organizzano, ma non come un branco, ma piuttosto come una vera e propria armata strategica;
basta vedere il pupazzo che usano come esca, perchè volevano farlo passare per una bambina, ma solo i protagonisti potevano credere che non fosse un manichino: nell’osservare questa bambola fanno catturare l’amica appena liberata lasciandola da sola vicino a delle scale, che portano,nel migliore dei cliché, in zone non illuminate e perfette per un agguato.E chi di noi non lo farebbe?
Quindi questo era Černobyl Diaries, una porcata che mi auguro riusciate ad evitare, o rischiereste la combustione spontanea come reazione del corpo per la schifezza che sta guardando.
Un saluto e alla prossima recensione